Cinema e rassegne
Per il ciclo Fellini Estate 2007

Amarena porta I Clowns di Fellini al Grand Hotel di Rimini

Ultime News - Lunedì 23/07/2007, ore 00:02 - Rimini
Federico Fellini

Lunedì 23 luglio è il turno di Fellini di onorare la manifestazione A’marena, il cinema sulla spiaggia, proprio nella spiaggia antistante il ‘suo’ Grand Hotel e il piazzale a lui dedicato. Appuntamento alle ore 21 e 30.

Il tributo che la rassegna cinematografica A’marena in collaborazione con la Fondazione Federico Fellini rende al maestro è con il film I Clowns, che è a sua volta un tributo al mondo del circo e a Charlie Chaplin, autore di Luci della ribalta, proiettato sempre all’interno della rassegna A’marena lunedì 16 luglio, con cui ha in comune la rievocazione malinconica di un clima e di un mondo, quello dei pagliacci, ormai al crepuscolo.

Il regista riminese prende spunto da un’intervista televisiva per ripercorrere questo suo tema tipico, cercando nel passato le tracce della sua passione per queste macchiette tragiche e comiche ad un tempo, per poi cercare nella realtà, nelle loro case, che fine hanno fatto alcuni vecchi clown. Ne esce un ritratto, come sempre autobiografico, che di televisivo non ha nulla ed è invece cinema, atmosfera grondante memoria e nostalgia, attraverso la consueta intelligenza visiva e attraverso il filo conduttore della morte e del disfacimento.

Le tre parti in cui viene strutturato il film – il circo visto con gli occhi del bambino, a Rimini, dove la figura del clown si confonde con altri personaggi reali e tuttavia altrettanto bislacchi, il circo visto con gli occhi di chi indaga da adulto con una troupe televisiva che si può comunque definire “clownesca”, e infine il circo trasfigurato e rarefatto sono altrettante prospettive che permettono di attribuire al pagliaccio il ruolo di interprete della gioia e della tristezza, dell’ossessione della morte e dell’attaccamento alla vita.

“Quando dico: ‘il clown’, penso all’augusto. Le due figure sono, infatti, il clown bianco e l’augusto. Il primo è l’eleganza, la grazia, l’armonia, l’intelligenza, la lucidità, che si propongono moralisticamente come le situazioni ideali, le uniche, le divinità indiscutibili. Ecco quindi che appare subito l’aspetto negativo della faccenda: perché il clown bianco, in questo modo diventa la Mamma, il Papà, il Maestro, l’Artista, il Bello, insomma ‘quello che si deve fare’. Allora l’augusto, che subirebbe il fascino di queste perfezioni se non fossero ostentate con tanto rigore, si rivolta. […] L’augusto, che è il bambino che si caca sotto, si ribella a una simile perfezione; si ubriaca, si rotola per terra e anima, perciò, una contestazione perpetua. Questa è, dunque, la lotta tra il culto superbo della ragione (che giunge a un estetismo proposto con prepotenza) e l’istinto, la libertà dell’istinto. Il clown bianco e l’augusto sono la maestra e il bambino, la madre e il figlio monello; si potrebbe dire, infine: l’angelo con la spada fiammeggiante e il peccatore”.
(Federico Fellini, Fare un film, Einaudi, Torino, 1980, p. 117)