Spettacoli e cultura

Ai sém! Il dialetto vive nel contemporaneo con Lingue di confine

Ultime News - Martedì 13/01/2015, ore 18:29 - Rimini
Ai sém! Il dialetto vive nel contemporaneo con Lingue di confine

Teatro, musiche, conversazioni, perfino lezioni: con Lingue di confine il dialetto vive nel contemporaneo. Invece di rassegnarsi a sparire – dando ragione a chi l’aveva ampiamente profetizzato – questa ‘lingua minore’ di morire, o almeno di morire ora, non ne vuol proprio sapere! E’ una lingua viva, e come tutto ciò che vive non sta ferma, la sguélla, scivola, scivola, scivola via, si trasforma, si contamina.  Certo mutata da quella che fu,  si fa materia delle creazioni e criterio delle interpretazioni di artisti contemporanei. Che, come tutti, vivono nel mondo, e sanno che la purezza, mitica condizione originaria  pigramente vagheggiata dai nostalgici, è sterile: ‘dai diamanti non nasce niente / dal letame nascono i fior’, cantava De Andrè, molto prima di Creuza de mà. Il messaggio è: non piangiamo anzitempo la morte del dialetto, seguiamone invece la vita!  Ideazione e direzione artistica di Fabio Bruschi.
 
La prima parte di Lingue di confine si articola tra gennaio e i primi di marzo,  con il teatro e la poesia, tradizionali ‘casseforti’ della lingua, in primo piano.
 
Si partirà in grande spolvero venerdì 16 gennaio. Annalisa Teodorani leggerà in Cineteca Comunale poesie dal suo recente libro La stasòun dagli amòuri biénchi (La stagione delle more bianche), edito da CartaCanta (ore 17, ingresso libero). Oltre all’autrice sarà presente il curatore, il poeta Davide Rondoni, che ha autorevolmente definito la voce di Anna, cresciuta nelle ‘contrade’ di Santarcangelo, “unica nella poesia contemporanea italiana. La sua lingua, materna e assoluta, scolpita nell’aria di una propaggine di Romagna chiara e dura, trova le meraviglie e i magoni della vita. La poesia – scrive Rondoni presentando il libro - trova dentro il vissuto gli elementi minimi di una mappa esistenziale che arde e sa, a volte con il sorriso tirato o a volte sognante sulle labbra, vedere l’invisibile in quel che crediamo di sapere, di avere già veduto. Rinnovando l’antica, povera e pericolosa missione della poesia: la sorpresa… Senza la quale la vita non si vive ma si perde”.
In occasione della Giornata nazionale del dialetto e delle lingue minori.