Economia

Stagione 2021 in ripresa ma ancora distante dal periodo pre-Covid

Ultime News - Mercoledì 13/10/2021, ore 11:51 - Rimini
La spiaggia di Rimini a Ferragosto (2001)

I dati provvisori relativi al movimento turistico nel periodo gennaio-agosto 2021, per la provincia di Rimini, registrano una crescita annua degli arrivi del 26,4% (2.128.311 unità) e delle presenze del 34,5% (10.049.783 unità); nel confronto col periodo pre-covid gennaio-agosto 2019, però, i numeri rimangono negativi (-31,2% di arrivi, -27,0% di presenze). Gli aumenti, rispetto ai primi otto mesi del 2020, interessano sia la clientela italiana sia quella straniera, con numeri più alti per quest'ultima: +24,1% gli arrivi italiani e +31,3% le presenze nazionali, +43,6% gli arrivi stranieri e +56,4% le presenze estere.

Con riferimento alla stagione estiva, agosto è il mese nel quale si concentra il maggior flusso turistico (35,1% di arrivi, 41,3% di presenze) ma è anche quello che fa segnare il minor incremento (+0,4% di arrivi, +11,3% di presenze). Giugno, invece, pur essendo il mese con l'incidenza più bassa in termini di arrivi e presenze (rispettivamente, 21,5% e 17,7%), è quello che fa registrare l'incremento più alto (+123,9% di arrivi, +169,2% di presenze). Luglio, dal canto suo, si colloca nella posizione intermedia, essendo il secondo mese sia per flusso turistico (32,8% di arrivi, 33,7% di presenze) sia per aumento annuo di arrivi e presenze (rispettivamente, +33,5% e +44,2%).

La permanenza media (rapporto presenze/arrivi) nei primi otto mesi dell’anno è pari a 4,7 giorni (+0,3 giorni rispetto a gennaio-agosto 2020): nel dettaglio, 4,6 giorni per i turisti italiani e 5,2 giorni per i turisti stranieri.

Nel periodo gennaio-agosto 2021 si evidenzia l’incremento annuo delle presenze in tutti i comuni della riviera: +29,9% a Rimini (41,1% delle presenze provinciali), +29,4% a Riccione, +44,9% a Cattolica, +46,6% a Bellaria Igea-Marina e +41,1% a Misano Adriatico. In aumento anche le presenze nelle località dell’Appennino riminese (+14,1%) e nei comuni cosiddetti collinari (+43,3%).