Villa Mussolini
Residenza estiva di Benito Mussolini, la villa si protendeva con il proprio giardino verso il mare ed il Piazzale Roma; l'accesso avveniva dall'attuale via Milano. Di modesto aspetto, l'edificio era originariamente composto di due piani con un torrino posto a levante riproponendo un modello di villino diffuso nella cittadina.
Attorno al 1940 la villa venne ampliata nell'ambito della complessiva espansione della propriet con l'annessione dei terreni compresi tra i viali Vittorio Emanuele III (oggi via Milano), viale Roma (via dei Giardini) e viale Addis Abeba (viale Ippolito Nievo); in quest'area, con l'abbattimento degli edifici preesistenti e l'interruzione del viale Vittorio Emanuele III, trovarono spazio nuovi edifici per la famiglia Mussolini, un campo da tennis ed un giardino.
Queste opere furono demolite nel decennio successivo e fu ripristinato quel tratto dell'attuale viale Milano allora incluso nella propriet Mussolini
Narrano le cronache che Benito Mussolini cominciò a frequentare la riviera romagnola negli anni venti, lanciando una moda che avrebbe in breve tempo fatto accorrere in riva all'Adriatico tutta l'ampia corte degli esponenti del regime fascista, con famiglie, amici, personaggi famosi del tempo e servitù al seguito.
Fino al 1925 il Duce scende a Cattolica, poi dal 1926 si sposta a Riccione, dove affitta Villa Terzi, nella zona sud. Dal 1927 al 1931 tutta la famiglia Mussolini prende alloggio al Grand Hotel Lido. E' solo nei primi anni trenta che la consorte, donna Rachele, decide di acquistare una villa per le vacanze. Dopo alcune ricerche, punta decisamente su di una residenza situata tra Viale Milano, i giardini centrali e l'attuale Lungomare della Libertà. E' una costruzione di inizio '900, di una ventina di vani, che la signora Galli Bernabei aveva acquistato dal Conte Angeletti di Bologna e che si dice disposta a vendere ai Mussolini. L'operazione è gestita direttamente da donna Rachele. Sul come, i racconti divergono tra loro. Qualcuno sostiene che donna Rachele, all'insaputa del Duce, pagò la Villa con parte di un assegno che Mussolini ricevette per alcuni articoli scritti sulla rivista americana 'Fortune', versando il rimanente della somma all'Opera Nazionale Balilla; per altri, invece, il denaro fu reperito dai proventi di una sottoscrizione dei fasci romagnoli promossa dal Podestà di Riccione, Frangiotto Pullè. Costui, peraltro, fu l'artefice dell'acquisto, concluso il 2 luglio 1934 per la somma di 170.000 lire.
Da quel momento, la Villa diviene teatro delle vacanze balneari dei Mussolini, ospitando personaggi illustri, uomini politici stranieri, diplomatici, grandi feste e spettacoli, così come incontri importanti e riservati. Riccione, e con lei la riviera romagnola, emergono al centro dell'attenzione: anche perchè intanto a Rimini scende Claretta Petacci, a Cesenatico il fratello Arnaldo, a Cattolica Italo Balbo.
Le estati continuano così fino al 1940, quando la famiglia Mussolini decide di acquisire, attraverso il Comune di Riccione, alcune aree confinanti per ampliare la proprietà (portandola a circa 6.000 mq.) e costruirvi sopra la palazzina per le famiglie dei figli Bruno e Vittorio. Alcuni villini vengono abbattuti e l'intera zona muta la sua fisionomia. Nel contempo alla Villa viene aggiunto un piano e al piano terra viene ricavata una veranda, mentre in giardino trovano spazio un campo da tennis, l'orto e un ricovero per gli attrezzi. Il tutto - con ampio uso di 'populit', il materiale autarchico dell'ing. Dario Pater - per una spesa di oltre 6 milioni di lire a carico del Ministero degli Interni.
Si dice che nel 1940 la Villa ospitasse anche una sala di proiezione dove si potevano privatamente vedere anche film vietati dal regime.
Dopo la guerra, alcuni dei proprietari che avevano venduto alla famiglia Mussolini aree vicine alla Villa riuscirono a tornare in possesso dei loro terreni. La stessa signora Galli Bernabei, eletta sindaco del Comune di Riccione, tentò di ritornare in possesso della Villa, ma donna Rachele riuscì a dimostrare di averla pagata regolarmente.
A questo punto su Villa Mussolini si spengono i riflettori. Quelli successivi sono anni di abbandono. Solo nel 1983 il Comune di Riccione decide di intervenire, acquistando il giardino della Villa per trasformarlo in verde pubblico. Ma non basta per fermare il degrado.
Si arriva così agli anni '90 con l'interessamento dell'Associazione 'Amici di Riccione' e l'accordo (1997) che vede l'acquisizione di Villa Mussolini da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e la sua cessione in comodato gratuito al Comune di Riccione che si assume il compito di curarne il restauro. A lavori terminati (le previsioni parlano di 2005), la Villa diventerà sede - secondo il progetto che sarà concordato tra Fondazione e Comune - di attività culturali legate alla storia, alla ricerca e alla documentazione sull'attività turistica della riviera. E su Villa Mussolini torneranno ad accendersi i riflettori.