Eventi
Intervista a Nicola Gambetti, coautore del libro sugli anni che hanno creato il mito

La Rimini Felix e l’isola che non c’è

Ultime News - Giovedì 21/11/2024, ore 17:36 - Rimini
L'eliporto in piazzale Boscovich

C’è la foto dell’eliporto a piazzale Boscovich, con gli elicotteri pronti a decollare con facoltosi turisti, per portarli sul Monte Titano o a San Leo (tra questi anche personaggi famosi come Gregory Peck o Claudio Villa). Oppure l’immagine di una Fiabilandia appena inaugurata, con le torri che affiancano un casale di campagna fatiscente e i turisti a bordo di un trattore camuffato da trenino.

Soprattutto, però, in ‘Rimini Felix, gli anni, i personaggi e i luoghi che hanno creato il mito riminese’, il libro di Andrea Montemaggi e Nicola Gambetti presentato in questi giorni, c’è tutta la voglia di sognare e creare qualcosa di unico che si respirava in Riviera negli anni ‘50 e ‘60, un periodo d’oro, ‘felix’ appunto, al quale la Rimini di oggi deve davvero molto.

Non è appena un amarcord di un periodo irripetibile, quello di Montemaggi e Gambetti, che riprende buona parte degli articoli della rubrica ‘Rimini Felix’ della rivista Ariminum in occasione del trentennale. Ma un’opera di riscoperta, se non di vera e propria scoperta, di primati e innovazioni assolute che hanno contribuito a disegnare il volto attuale della città romagnola. Ne abbiamo parlato con Nicola Gambetti che, sono parole sue, ha letteralmente saccheggiato in questi anni l’archivio di stato, alla ricerca dei documenti più interessanti dell’epoca.

“Quello che siamo oggi lo dobbiamo a quel periodo, caratterizzato da una fiducia nel domani, che adesso un po’ ci manca. Spesso si partiva da un sogno, magari con pochi mezzi, però si partiva! Poi ci si lavorava e si migliorava nel tempo”. Emblematiche, in questo senso, alcune foto dei primissimi anni dell’Italia in Miniatura, con i turisti che si mischiavano agli artigiani che ne continuavano la costruzione.

Sogni realizzati, come i grandi parchi giochi, appunto, invidiati dai ragazzini di tutta la Penisola, o come la prima catena di gelaterie aperte anche l’inverno: ‘Supergelato’, nata da un’idea di Poerio Carpigiani, nel dopoguerra titolare di quella che oggi è una multinazionale che esporta macchine per il gelato in tutto il mondo. “All’epoca il gelato d’inverno non esisteva”, ricorda Gambetti, “a parte casi sporadici, dove magari trovare uno o due gusti al massimo”. Fu nei pressi dell’Omnia (oggi Coin) - il primo grande magazzino riminese, ‘esportato’ anche a Bologna, con grandissimo successo - che partì questo esperimento che piacque tantissimo ai bambini riminesi e non solo.

Primati come il ‘Ri.Minigolf’, tuttora esistente nella zona del porto e primo minigolf realizzato in Italia (risale al 1955). Nel comunicato stampa dell’Azienda Autonoma di Cura e di Soggiorno dell’epoca si legge infatti che “la Riviera di Rimini è l’unica – in Italia – che sia dotata di un campo di golf in miniatura, che possa offrire agli ospiti italiani e stranieri una nuova attrattiva di carattere sportivo e mondano” (Fonte: Amedeo Montemaggi).

Sogni realizzati e sogni da realizzare, progettati però fin nei minimi particolari. Come quella che sarebbe dovuta diventare la prima seggiovia in Italia a costeggiare il lungomare. La cosa oggi può fare anche sorridere, ma all’epoca rappresentò un progetto serissimo, che risale al 1956, anno di presentazione della relazione tecnica di una seggiovia con partenza nei pressi della ‘Rotonda di viale Colombo’, attuale piazzale Fellini (si veda articolo, sempre Ariminum, ndr), con arrivo nell’attuale piazza Marvelli e stazione intermedia ai Bagni Nettuno. Il progetto si arenò per questioni burocratiche e l’unica seggiovia sul lungomare, effettivamente realizzata in Italia, sarà quella tra Spina e Casalborsetti tra il 1968 e il 1974.

“Ma la scoperta di cui vado più fiero è questa chicca…”, Sorride Gambetti mostrando la foto di un altro progetto, è di un ingegnere di Bologna. “Prevedeva la costruzione di un'isola d'acciaio su pilastri a circa 800 metri dalla riva, con ristorante, sala da ballo, spiaggia e cinema, raggiungibili con funivia, elicotteri e vaporetti!”

Anche in questo caso non se ne fece niente. Sette anni dopo, però, sempre ad opera di un ingegnere di Bologna, fu presentato un altro progetto, prima tappa della storia incredibile di un’altra isola, che affascina ancora oggi e resta in parte misteriosa, quella dell’Isola delle Rose.

Alessandro Caprio