Capita che un gruppo di giovani di quattordici, quindici o diciott’anni, ti riporti di colpo all’inferno insieme a Dante, Virgilio e Minosse che stavvi orribilmente e ringhia, e poi come un vento caldo, a vivere e rivivere l’amore di Paolo e Francesca. Gli occhi ti si bagnano, pian piano, e però non li puoi proprio chiudere, per non perderti nemmeno un verso, nemmeno uno sguardo, un suono o un soffio di quel che sta accadendo davanti a te.
Proprio lì, nel cuore di Rimini, la città di Francesca, certo, proprio nell’arena che porta il suo nome, rivivono davanti a noi quei tremiti e quell’amore carnale. Prende luce, ancora e ancora, dopo secoli, la voce eterna del cuore di un uomo vissuto settecento anni fa ormai, capace di prender su dal nostro cuore tutto, senza lasciare indietro niente, neppure il non detto, neppure quello di cui ci vergogniamo, e se lo porti su fin sulla porta del Paradiso e ancora insù, fino al cuore degli occhi di Dio, dove – miracolo! – Ci scopriamo riflessi col nostro volto.
A far rivivere oggi tutto questo, come un miracolo appunto, tredici ragazzi coraggiosi: Giorgia Battarra, Letizia Bertoni, Alice De Sio, Noah Foschi, Nela Kratochvilova, Beatrice Margotti, Ida Massari, Giorgio Masinelli, Isabel Pari, Sofia Stacchini, Tommaso Stacchini, Federico Vagnoni, Caterina Vecchione. Angeli nel senso proprio del nome: messaggeri di una bellezza che è perfino difficile da dire. E con loro un regista, Vittorio Pettoni Possenti, una prof. d’italiano, Veronica Tirincanti, una scuola, la Karis, che festeggia 50 anni di vita, nel cuore proprio della città di Francesca.
Un coro, certo, com’era nel teatro greco, un coro con voci di singoli che emergono, con Dante, Virgilio, Francesca e Beatrice, giustamente festeggiati alla fine dagli amici tornati su dalla spiaggia o dallo studio dei giorni prima degli esami.
Commedia, cioè vita, vita di popolo, così come siamo, pantaloni corti e occhiali da sole, pieni di fame di bellezza e di vero.
Grazie ragazzi per questo regalo, grazie per la fatica che avete fatto ogni lunedì per mesi e mesi, grazie per aver scavato in quei versi, per averli imparati a memoria e per il coraggio di metterli davanti a ognuno di noi quel caldo pomeriggio della Festa della Repubblica.
Alessandro Caprio