Attualità

Sono più di duemila le convivenze e le libere unioni nel Comune di Rimini

Ultime News - Venerdì 28/11/2014, ore 18:24 - Rimini

Le convivenze e le libere unioni nel Comune di Rimini superano abbondantemente quota duemila, rappresentando ormai il 6,5% delle famiglie riminesi. Non solo, dal 2001 ad oggi, sono le uniche a crescere, a fronte di un indebolimento di quelle tradizionali. Se diamo una rapida occhiata ai dati sulla provincia di Rimini degli ultimi quindici anni, si nota che dal 2001 ad oggi le famiglie unipersonali crescono del 7,9%, quelle monopersonali con figli del 3,7%, mentre le coppie coniugati scendono del 4,3%, coniugate con figli addirituttura segnano un meno 10%. La coppia cosidetta tradizionale perde dunque in quindici anni circa quindici punti percentuali, pur rimanendo ampiamente quella principale, rappresentando più del 46% sul totale delle famiglie.
Uno spaccato concreto della società odierna che testimonia come vi sia una realtà piuttosto variegata di tipologie famigliari, nelle quali assumono sempre più consistenza forme di convivenza un tempo residuali. Nuove famiglie, dunque, che presentano anche nuovi e per certi versi inediti bisogni, a cui è necessario poter dare una risposta. In questo ambito la legge di riferimento è quella nazionale, dalla quale poi gli enti locali derivano le indicazioni per la regolamentazione dei propri servizi pubblici. Non sempre però i diritti di queste nuove forme famigliari sono tutelati al pari di tutti gli altri,
L'esempio forse oggi più evidente è quello dell'accesso e della permanenza nelle case popolari. Secondo il regolamento della Regione Emilia Romagna, indatti, una coppia non sposata, per fare domanda come nucleo famigliare, deve dimostrare di avere un biennio di convivenza anagrafica alle spalle. Se una famiglia è sposata, invece, non ha alcun vincolo temporale e può fare domanda come nucleo famigliare già il giorno stesso del matrimonio, a prescindere dalla convivenza anagrafica pregresssa. Differenze simili si hanno qualora un assegnatorio di casa popolare si unisca ad un partner sucessivamente all'assegnazione della stessa. In caso di matrimonio, il partner diventa a tutti gli effetti, immediatamente, membro di quel nucleo famigliare e dunque gode degli stessi diritti dell'assegnatario, in caso di convivenza senza matrimonio, per godere gli stessi diritti, devono passare quattro anni.
Su altri servizi, dove anche a livello locale vi è maggiore margine di autonomia, le differenze sono meno evidenti, come nell'accesso ai servizi per la scuola di infanzia e ai nidi, dove sostanzialmente non vi sono differenze tra coppie sposate e no.