Spettacoli e cultura

Il teatro e i corpi di Kantor

Ultime News - Mercoledì 13/04/2016, ore 16:38 - Rimini
Il teatro e i corpi di Kantor

Doppio appuntamento per la rassegna Tracce D nuova danza, che omaggia l’artista polacco con un incontro pubblico (venerdì 15 aprile) a cura del collettivo c_a_p e con uno spettacolo (sabato 16 aprile) ideato, coreografato e messo in scena da Paola Bianchi
Due giorni dedicati all’opera di Tadeusz Kantor: un incontro pubblico per ripercorrere le tappe più salienti del suo percorso artistico e uno spettacolo, ideato, coreografato e messo in scena da Paola Bianchi che omaggia la visione dei corpi che hanno attraversato il teatro del poliedrico artista polacco. Doppio appuntamento al Teatro degli Atti venerdì 15 e sabato 16 aprile per il capitolo conclusivo della rassegna Tracce D nuova danza dedicato a Tadeusz Kantor, Pittore, scenografo, regista teatrale.
“Paraggi kantoriani” è il titolo scelto per l’incontro pubblico in programma venerdì 15 aprile alle 18 a cura del collettivo c_a_p (ingresso libero). Pensato come un dialogo a tre, l’incontro prevede l’analisi dei punti salienti dell’opera teatrale dell’artista polacco attraverso un confronto tra Silvia Parlagreco, una delle maggiori studiose italiane di Kantor, Laura Gemini, docente di forme e linguaggi del teatro e dello spettacolo presso l’Università di Urbino Carlo Bo, e Paola Bianchi, coreografa e danzatrice che a Kantor si è ispirata per il suo spettacolo “Zero”, in scena sempre al Teatro degli Atti sabato 16 aprile alle 21.
“Zero” è costruito su una partitura sonora frutto del montaggio delle pause, dei respiri tra una parola e l’altra di Kantor – parole pesate, studiate, mai a caso – momenti di un niente carico di senso tratti dalle registrazioni provenienti dall’archivio sonoro della Cricoteka di Cracovia. Movimenti rotti in corpi disorientati, persi nello spazio scenico alla ricerca di un luogo a loro consono mai raggiunto. Una  inquietudine  costante e persistente. È come se i corpi del teatro di Kantor non trovassero mai il posto giusto, non si sentissero mai a casa.