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Al Teatro Pazzini in scena Ivano Marescotti in è “LUI. Un quaión qualsiasi”

Ultime News - Venerdì 10/02/2017, ore 10:09 - Verucchio
Al Teatro Pazzini in scena Ivano Marescotti in è “LUI. Un quaión qualsiasi”

Domani, sabato 11 febbraio, alle ore 21,15, al Teatro Eugenio Pazzini di Verucchio serata all’insegna del Dialetto d’Autore in compagnia di Ivano Marescotti e il suo recital “LUI. Un quaión qualsiasi”. Spettacolo attraverso il quale il popolare attore fa periodicamente il punto sul suo più che ventennale lavoro di ricerca e recupero attorno al dialetto romagnolo. Impegno che, partendo dalla contaminazione in vernacolo delle opere di Dante (Dante, un patàca) e di Ariosto (Bagnacavàl), è approdato a tutti i più grandi poeti di lingua romagnola, con un posto speciale per il santarcangiolese Raffaello Baldini.
A Verucchio torna in scena, aggiornato, il mondo tragicomico di LUI, l’uomo senza nome: uno, nessuno, centomila. Un “quaión” qualsiasi della Bassa Romagna. Work in progress sotto forma di monologo divertente, ironico e anche drammatico, composto dalle poesie di Baldini e di molti altri poeti emiliano-romagnoli. Il romagnolo Marescotti segue la nascita, la vita, gli amori, il lavoro, le follie, fino al “testamento”, di un personaggio ipotetico, nato dalle improvvisazioni dell’attore e dalla penna poetica, tragica e comica insieme di Raffaello Baldini, Tonino Guerra, Nino Pedretti, Olindo Guerrini (Stecchetti), Walter Galli, Cesare Zavattini, brani della Divina Commedia di Dante in romagnolo e rielaborazioni drammaturgiche basate su proprie esperienze, artistiche e non. Al punto che il recital è diventato, nel tempo, una summa di personaggi che sotto il nome di LUI esprime anche, camuffata, episodi della vita dell’interprete. Un’autobiografia di attore per caso, qual è Marescotti, mescolata a quella di personaggi ormai divenuti celebri, estratti dalle poesie di Baldini o da quelli usciti dai bar, o dalla piazza della Villanova di Bagnacavallo in cui Marescotti è nato e continua a vivere: il disertore, il fumatore accanito, l’analfabeta, la zdóra, é patàca, é quaión... Un’esilarante storia comico-tragica della serie: nella vita “s’u ni fòss da ridar u i sarèbb da piénzar” (dal villanovese all’italiano: “nella vita, se non ci fosse da ridere ci sarebbe da piangere”). Ma se ridiamo di LUI è perché, in fondo, ci piace ridere anche un po’ di noi stessi.